Bruno e i gatti

Molti sanno che Bruno Munari amava i gatti. A casa sua vi era in bella vista una foto, inserita in una piccola cornice di metallo, di un bel gattone tigrato. Era il gatto Galeazzo.


Più tardi seppi che i nomi dei gatti di casa Munari furono in particolare Leone e Galeazzo. I primi gatti di nome Leone avevano il pelo rosso. A dire il vero quella dei gatti è una passione di famiglia perché tutti i componenti della famiglia Munari, che io ho conosciuto, avevano un rapporto speciale con i gatti.


Alberto mi raccontava che il suo gatto era libero di muoversi sui tetti del palazzo di Via Colonna a Milano. In particolare uno aveva fatto amicizia con una gattina e tutti i giorni andava a trovarla per poi fare ritorno nel bel terrazzo di Bruno fra i vasi di bonsai che l’artista amava coltivare.


I gatti erano liberi di fare la loro vita da gatti ed avevamo costruito un rapporto speciale- o meglio una relazione di reciproco rispetto – con i Munari .


Ora, a pensarci bene, trovo una interessante analogia tra la storia che mi ha raccontato Alberto, una sera a cena, e il famoso libro di Bruno: “Nella notte buia” (ed. Corraini) .


La prima parte del racconto si svolge proprio in un tetto e vede un gatto muoversi nella notte per andare a trovare la sua gattina e discutere di topolini bianchi.


Il gatto si muove, con movimenti felini, tra i tetti. Fa un balzo per cercare di raggiungere una farfalla e poi “ gira l’angolo “ per proseguire deciso fino al luogo dell’appuntamento. L’arrivo improvviso di un grande pipistrello spaventa i mici che – proprio come fanno i gatti quando hanno paura – si acquattano a terra. Nello stesso libro degli strani omini, armati di lunghe scale, e sempre in compagnia di un gatto, cercano di arrivare in alto, per vedere cosa possa essere una strana luce che compare nel cielo. Appoggiano una scala all’altra per salire, ma l’equilibrio è impossibile e tutti cadono rovinosamente a terra. Tranne il gatto, che è raffigurato impassibile sulla scala che cade.


In tanti libri di Munari gli animali sono presenti. Nella descrizione del prato che l’artista propone ancora nel suo meraviglioso “ Nella notte buia “ vi è una precisa attenzione nella raffigurazione e citazione dei tanti animaletti che possono abitare il prato. Lucciola, cavalletta , scarabeo rinoceronte , millepiedi, chiocciole, ragno …fino ad arrivare alle formiche, disegnate accanto ad un uccello morto, che poi ci porteranno fino alla loro tana in un cunicolo sotto terra . m


Gli animali sono presenti accanto a noi, spesso in relazione con noi, e questo non poteva sfuggire a Munari che li rende protagonisti di tanti libri dedicati in particolare ai bambini . In compagnia di casse ,bauli e contenitori di vario genere nel famoso “ Toc Toc Chi è ? Apri la porta” ( ed. Corraini), non contenti del loro stato e desiderosi di essere altro in “Mai contenti” (ed. Corraini), pronti a raccontare quali vicende li abbiano rinchiusi in gabbia in “Storie di tre uccellini” (ed, Corraini).


Bruno dedicava uno spazio che possiamo considerare narrativo agli animali, che diventavano protagonisti di tanti libri, dove l’ironia dialogava con gli elementi di carattere più scientifico, tanto da farci comprendere l’attenzione e la conoscenza che l’artista riservava loro. Una conoscenza che sperimentò fin da bambino con il giocattolo che definì più completo. Un gatto.